giovedì 23 ottobre 2008

"... garantendo il diritto degli studenti..."




"Un decreto sacrosanto, altro che ritirarlo"

"E' una violenza, convocherò oggi pomeriggio Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine"

"L'ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule"



Silvio Berlusconi
conferenza stampa del 22 ottobre 2008



Voglio fare qualche breve riflessione polemica.

Prima considerazione: se si ritiene un decreto "sacrosanto", come si pensa di "ascoltare la parte avversa, e cercare un dialogo sulla questione" come aveva preannunciato il caro Ministro Gelmini non più di qualche giorno addietro? Allora era semplicemente una (l'ennesima) presa in giro nei confronti degli studenti?

Seconda considerazione: "Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule". Pensa, il nostro premier, che con l'applicazione della legge 133/2008 e la trasformazione delle università pubbliche in università private garantirà lo stesso diritto degli studenti a studiare? Potranno tutte le famiglie italiane permettersi rette universitarie paragonabili a quelle della Bocconi [n.d.r. università privata]? (9648 euro, "solo" 4288" per i redditi bassi. Chi desidera può verificare qui)

Terza considerazione: voglio solamente riportare un brano tratto da Wikipedia, relativo al termine "occupazione", inteso a livello giuridico come "invasione di terreni o edifici", e considerato reato ai sensi dell'art. 633 del codice penale.

Occupazione di scuole o università
È discusso se il reato cui all'art. 633 C.p. sussista anche nei casi di occupazioni di scuole o università. La giurisprudenza è orientata in senso negativo non essendo in tal caso ravvisabile il dolo specifico previsto dalla norma in quanto il fine di tali manifestazioni è individuato esclusivamente nel fare pressione alla controparte per l'accoglimento delle proprie istanze.

Tradotto in parole povere (domando scusa, ma purtroppo non sono ne un avvocato, ne uno studente di giurisprudenza, e per questo ammetto i miei limiti in materia), la giurisprudenza stessa è portata a non considerare un'occupazione di un edificio scolastico/universitario reato, in quanto ravvisa nella stessa uno dei pochi mezzi a disposizione degli studenti per far sentire le proprie ragioni, nel caso in cui ogni altra forma di dialogo e/o protesta venga ignorato.


Quarta considerazione: Non ho remore nell'affermare incompetenza nonché l'inadeguatezza del Ministro Gelmini a ricoprire tale ruolo. Per utilizzare un linguaggio meno aulico, e più "terra-terra", è incompetente, e vi sono due differenti spiegazioni per la mia affermazione.
Più volte abbiamo sentito dire al Ministro nelle interviste e nelle conferenze stampa che "non capiva il perché di tanta agitazione e di così tante proteste, soprattutto da parte del settore dell'università e della ricerca, che non sono toccate se non minimamente dal decreto che porta il suo nome" .

Ora...

O il suddetto Ministro è ottuso, e non riesce a capire motivazioni che si presumono elementari, motivo per il quale sarebbe inadatta a svolgere il ruolo che ricopre

O non ascolta la controparte che da settimane oramai è scesa in piazza a manifestare il suo dissenso, cosa che reputo un'estrema mancanza di rispetto verso i cittadini per cui dovrebbe agire, e che (per il mio senso del dovere) basterebbe a chiedere le dimissioni, in quanto non fa il suo lavoro

Oppure non fa il suo lavoro, in quanto il titolo completo di cui si fregia è "Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca", ed un vero Ministro, una volta presa visione di una manovra finanziaria che va a colpire in maniera così decisiva l'università pubblica, si sarebbe posto a difesa della stessa università, invece di far passare tutto sotto silenzio e fare la finta tonta quando in piazza scendono anche gli studenti universitari!


Sotto questo aspetto ci tengo a spiegare ancora una volta le origini della protesta ed i motivi delle critiche rivolte al Ministro Gelmini (l'informazione non è mai abbastanza)

L'università non protesta contro il "decreto Gelmini" (che ha come principale bersaglio l'istruzione elementare e media) come erroneamente si sente dire ogni tanto generalizzando, bensì contro la legge 133/2008 (una legge di stampo finanziario) che prevede tagli, blocchi delle assunzioni, licenziamenti e pensionamenti (per informazioni basti vedere il post principale del blog)


Per tutto questo voglio ancora una volta lanciare un appello attraverso la rete. La battaglia per difendere l'università pubblica è appena cominciata, e si fonda soprattutto su una corretta informazione delle masse. Dobbiamo lottare contro la disinformazione che ci viene contrapposta e con i pregiudizi di una grande parte del paese.
Noi studenti siamo i primi a non negare l'evidenza che la gestione delle università a volte è sbagliata e fallimentare, ma dietro all'università si celano molte altre realtà.
Quella di moltissimi studenti che, seppur fra molte difficoltà, ricevono un'istruzione di qualità (perché altrimenti la famosa "fuga dei cervelli"? Sono forse più fessi all'estero, che assumono i laureati italiani che non trovano lavoro in Italia?).
Quella dei ricercatori, che pur senza fondi e con contratti ridicoli per gente laureata e dottorata, si prestano ad effettuare una ricerca pubblica di qualità invidiata in Europa, e ad insegnare benché il loro contratto non lo preveda.
Quella di un'università pubblica che deve continuamente lottare contro i continui tagli economici apportati dai vari governi, che hanno portato attualmente ad investire nell'università e ricerca l'1% del PIL (mentre per legge lo stato dovrebbe investire il 3%)


In poche settimane siamo riusciti a creare un fronte di mobilitazione enorme, sfondando il muro mediatico di giornali e televisioni, e dando vita ad un sistema informativo alternativo agli spot elettorali ed ai battibecchi politici cui siamo costretti ad assistere in TV.
Mai si è vista una nascita così rapida di siti, blog, forum informativi e di protesta. Da decenni non si vedevano assemblee e manifestazioni studentesche di questa portata.
Giornali e televisioni dedicano sempre maggiore spazio alla nostra causa, oggi gli stessi blog di Beppe Grillo, Marco Travaglio, Daniele Luttazzi, Franca Rame hanno postato articoli sulle nostre mobilitazioni e motivazioni.


Continuiamo così. Lottiamo, informiamo, protestiamo, difendiamo con le unghie e con i denti l'università pubblica, perché è la cultura e l'istruzione ciò che può far progredire un paese. Senza, saremmo condannati ad un futuro estremamente buio.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo è un post bellissimo! Complimenti! Lottiamo ancora, parliamo con chi ancora non sa neanche di cosa stiamo parlando, con chi è scettico, con chi non vuol vedere!

Anonimo ha detto...

Ti ho citato nel mio blog.

^^

www.eratoinutopia.splinder.com

Anonimo ha detto...

Dai, su raccontatela giusta! State dando una mano agli sfaticati e ai fannulloni e alle piattole che sono nella scuola, a restare dove sono, magari domani potreste ottenere qualche beneficio anche voi, sai com'è la ruota gira: oggi voi fate un piacerino a loro e domani.....
Lo status quo acquisito vi sta bene, altrimenti dagli ignoranti (da Ignorare) che quotidianamente vengono intervistati si sentirebbero proposte tipo:
1) denuncia pubblica delle persone che non sono mai in Università che percepiscono stipendio,
2) denuncia pubblica di favoritismi nell'assegnazione di borse di studio,
3) denuncia pubblica degli insegnanti che vengono alla prima ora e poi vanno a fare i loro interessi magari nel loro negozio,
.....
Neppure in questo blog, nei post, ho mai letto NULLA su proposte concrete, solo parole su quello che si vuole combattere, quello che il governo sta facendo di sbagliato.....
Belle parole certo, UNIVERSIDARIO poi wow! che bel parlatore anzi potrei dire scrittore! Dialettica misurata, seducente addirittura!
Scaltro credo...
Antonietta

Anonimo ha detto...

Ciao Ragazzi, ho citato il post nel blog di Cagliari, è un capolavoro!! Siete fortissimi!!

universitaricagliari.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

Cara Antonietta, il tuo discorso è giusto, ma visto che sei così "informata" sulla situazione disastrosa dell'università perché non inizi te a denunciare pubblicamente, magari su questo blog, le presone che non sono mai in Università e percepiscono stipendio, i favoritismi, e gli insegnati che se ne vanno dopo la prima ora?
Sarebbe facilissimo scrivere dei nomi, visto che SICURAMENTE li conosci...

Lungi da me sospettare che tu stia solamente riprendendo dei discorsi fatti dai vari Ministri (vedi Brunetta, Berlusconi ecc..) per giustificare il decreto!

Restiamo tutti in attesa, non vediamo l'ora di eliminare tutte queste piattole dall'università!

Boumóticas ha detto...

Ciao!
Mi auguro che si servono:

http://firmiamo.it/controilmaestrounico

Saludos y ánimo desde España.
Un saluto e forza nella lotta. (Barcelona, España).
Greetings from Spain.

Anonimo ha detto...

Per Andrea Livorno:
Fare i nomi adesso non servirebbe perchè per esempio, al prof. Cassano niente potrebbe nuocere dato che è defunto, pace all'anima sua, oltretutto era anche simpatico.
Io sono una che ha studiato negli anni '70 e so com'è l'andazzo!
E non mi pare che sia rimasto tutto com'era, vedo che la situazione è peggiorata: e voglio vedere chi ha la faccia di dire che non è così! Bisognerebbe essere giusto Silvio "FACCIAD'ASFALTO"!
Antonietta

Anonimo ha detto...

E' in atto un tentativo di disinformare, confondendo le proteste del mondo della Scuola con quelle delle realtà universitarie. Queste proteste hanno uno spirito comune, ma ragioni e bersagli diversi. Per questo ho preparato un dossier con tutti i miei post sull'Università, per INFORMARE sulle ragioni della protesta di studenti, ricercatori, professori, Rettori contro le politiche del Governo:
http://occhichesannoguardare.myblog.it/archive/2008/10/25/dossier-universita.html#more

Anonimo ha detto...

Vi segnalo questo interessantissimo post dal blog di Travaglio sulle dichiarazioni di Berlusconi sull'invio della polizia nelle scuole:

24 ottobre 2008, in Peter Gomez
Gandhi, la scuola e le televisioni

Non c'è nulla di casuale nelle dichiarazioni seguite da smentita di Silvio Berlusconi sulla polizia nelle scuole. Il Cavaliere quando parla segue una strategia precisa. Da una parte vuole saggiare le reazioni dell'opinione pubblica abituandola a poco a poco all'idea che contro gli studenti si può utilizzare la forza, dall'altra tenta di distogliere l'attenzione dal nocciolo del problema: ai tagli di spesa nella scuola si è provveduto con un decreto legge senza consultare nessuno.

Il decisionismo, del resto, in giorni in cui cinque telegiornali su sei si limitano a fare da megafono del potere, paga. Quello che la maggior parte degli italiani hanno capito del decreto Gelmini è infatti semplice: alle elementari si ritornerà a mettere il grembiule e nelle classi si tornerà ad avere un solo maestro. Tutto il resto passa in secondo piano. Ovvio che in un paese di anziani come il nostro la controriforma, raccontata così, raccolga ampi consensi. Il grembiule (che oltretutto non è un'idea da buttar via) e il maestro unico riportano alla mente della gente i bei tempi andati. Tempi che, man mano si va avanti con gli anni, sono sempre migliori dei presenti.
Non bisogna quindi farsi ingannare dalle manifestazioni. Chi protesta, per quanto numerosi siano i cortei, per il momento rappresenta solo la minoranza dei cittadini. La situazione può però cambiare rapidamente. La controriforma, per come è stata concepita, è destinata a toccare ampi strati della popolazione, a incidere direttamente sulla vita delle famiglie. Ma, nella gran parte dei casi, non lo farà subito. Molti cambiamenti avverranno lentamente. Per questo Berlusconi si lamenta dei giornali e a parole sminuisce la portata degli interventi (il maestro unico, per esempio, nei discorsi del premier diventa maestro prevalente): il suo obiettivo è prendere tempo e far sì che non si conoscano troppo bene gli esatti contenuti delle nuove norme.

Col passare dei giorni e il crescere delle proteste la probabilità che si verifichi qualche incidente (quasi inevitabile quando migliaia di persone molto giovani scendono in piazza) aumenta. E gli incidenti, che Berlusconi con i suoi interventi sembra voler evocare, rappresenterebbero per lui una vittoria. Le tv ci metterebbero un secondo ad amplificarne la portata innescando una serie di reazioni a catena difficilmente prevedibili.

Che fare allora? Quattro cose: ricordarsi di Gandhi che con la non violenza liberò una nazione, non accettare provocazioni, organizzare proteste sempre più "mediatiche" che possano trovar spazio nei telegiornali, presentare poche e chiare controproposte. Che nel mondo della scuola e delle università si disperdano inutilmente molti capitali è un fatto. Che sia necessaria una razionalizzazione delle spese è un altro fatto (pensiamo, per esempio, alle norme che hanno consentito l'apertura di nuovi atenei in quasi ogni capoluogo di provincia e la creazione di corsi di laurea in materie che non permetteranno a nessuno di trovare occupazione).

Insomma anche manifestando studenti e docenti dovranno continuare a lavorare. Serve subito una piattaforma precisa. Un programma per punti sul quale il governo sia costretto ad aprire la discussione.

Anonimo ha detto...

Inutile ribadire le enormi falsità come giustificazione di un intervento fazioso a difesa degli indifendibili.
Ai benpensanti che qui reclamano il diritto a manifestare replico con il diritto a studiare e a seguire le lezioni.
Prima di reclamare diritti, bisogna svolgere i propri doveri.
I professori, lo ripeterò fino alla nausea, con lo stipendio che prendono, sono pur sempre dei pubblici dipendenti, e sono tenuti a svolgere i compiti per i quali sono stati pagati.
Il problema è che nel pubblico c'è una enorme tendenza ad approfittarsene perché omertà, impunità e parassitismo sono garantiti.
Nel privato questi signori che si arrogano il diritto di fare il bello ed il cattivo tempo sarebbero stati già licenziati in tronco per scarso rendimento.
Bisogna ripristinare quanto prima possibile il diritto alla lezione, se necessario impiegando anche la forza pubblica, questa protesta è illegale e si stanno già verificando atti di violenza e di prevaricazione contro chi dissente.

Anonimo ha detto...

Caro Emanuele, i Professori non sono dei robot che devono eseguire a comando qualsiasi cosa venga decisa dall'alto! Così sarà quando passerà questa riforma, le imprese che investiranno nelle università sceglieranno "dove", "come", "cosa" e "chi" deve studiare, questa è una cosa gravissima. Solo chi è nel mondo della scuola sa di cosa questo sistema ha bisogno, non certo una ministra avvocato lontana dalle problematiche del mondo dell'istruzione che deve solo pensare dove tagliare per far quadrare i conti a tremonti! Sicuro ci sono delle cose che non vanno nella scuola italiana e sicuro ci sono dei dipendenti che ne approfittano come dici tu, ma sono una minoranza, il resto è gente sottopagata, derisa da questo governo che si mette cuore ed anima e dedica la propria vita per formare l'Italia di domani e noi a queste persone dobbiamo dire grazie, perchè tutto quello che fanno non so se questo paese se lo merita davvero.
E poi nel privato pensi davvero che vada avanti solo chi lavora???
Per fortuna che c'è la possibilità di dissenso, significa che c'è ancora chi pensa.
Sai qual'è uno degli obiettivi di questa riforma? Rovinare la scuola italiana, così più ignoranti ci sono, più è facile imporre dall'alto la decisioni prese senza che ci sia il rischio che esseri pensanti si rivoltano contro assurdi provvedimenti che vogliono affossare uno stato democratico.
Fausta

Anonimo ha detto...

Cara Fausta, credo che sarà impossibile superare il numero di ignoranti che si sono visti in strada in questi giorni, e se penso che ho lavorato una vita per permettere a voi di studiare, capisco che ho fatto un buco nell'acqua. Non siete capaci neanche di vedere le necessità che ci sono in Italia in questo momento. I tagli agli sprechi che saranno sicuramente differenziati, rappresentano una opportunità di far emergere le buone Università che pure ci sono, ma temo che siete così impregnati di mediocrità da non voler neanche vederla questa opportunità figurarsi approfittarne....

Anonimo ha detto...

Come ti permetti di chiamare ignoranti milioni di studenti che da giorni scendono in piazza per difendere i loro diritti?
Il problema è che non vi sta bene che ci siano esseri pensanti in Italia, ci volete tutti pronti a dire di si ed a chinare la testa davanti a tutte le assurdità che si verificano da anni in questo Paese, ma ora questa fase è finita, finalmente gli italiani si sono svegliati, e non sono solo studenti, ma sono anche rettori, professori, genitori.. Non avete argomenti per difendere questo vergognoso decreto e per questo passate alle offese!
E' assurdo, sapete solo arrampicarvi sugli specchi cercando di difendere l'indifendibile e continuate ad ignorare quello che vuole il popolo, l'unico che può legittimare una democrazia. Ma questa non è una democrazia ormai, complimenti a tutti quelli che stanno contribuendo a distruggere questo paese, mi chiedo quando vi guardate allo specchio se non vi fate schifo da soli.

Anonimo ha detto...

Cara Fausta, ma non sei stata tu a dire che "Sai qual'è uno degli obiettivi di questa riforma? Rovinare la scuola italiana, così più ignoranti ci sono, più è facile imporre dall'alto la decisioni prese senza che ci sia il rischio che esseri pensanti si rivoltano contro assurdi provvedimenti che vogliono affossare uno stato democratico.
Fausta"? Ho solo risposto alle tue asserzioni, solo che io mi riferivo a "IGNORARE" non a "STUPIDO" come hai fatto tu, infatti non ho sentito nessuno che sapesse parlare correttamente Italiano da esprimere un pensiero che fosse compreso concettualmente anche dagli astanti se non ad "ANNOZERO" e "MATRIX": un pò poco non pare anche a te?
Antonietta.